APPUNTAMENTO

domenica 03 febbraio 2019

J. S. Bach, fonte d’ispirazione per Schumann e Mendelssohn

Rassegna Internazionale di Musica Organistica

Treviso,
Chiesa di San Giuseppe
Ore 17.00 presentazione concerto
Ore 17.30 inizio concerto

Ingresso libero

David Schirmer

Organo Dell'Orto e Lanzini, 1990

CONTESTO

Nella recensione del famoso concerto d’organo, interamente de dicato a Bach, tenuto a Lipsia nell’agosto del 1840 da Felix Mendelssohn, Robert Schumann esprimeva così la sua venerazione per Johann Sebastian Bach: “Con lettere dorate vorrei poter imprimere in queste pagine la scorsa serata! Ancora una volta ho pensato a come con Bach non si giunga mai alla fine; più lo si ascolta maggiormente diventa profondo (…)”
Determinante è stata l’attività di Mendelssohn e di Schumann per riabilitare la figura di Bach. Attraverso le loro esecuzioni, edizioni e composizioni hanno contribuito in modo considerevole a quel processo, noto come Bach-Reinassance, che ha portato alla riscoperta delle sue opere e alla celebrazione del suo genio.
Il forte legame esistente tra la musica di Bach e quella di Schumann e Mendelssohn, due tra i più importanti compositori della generazione del romanticismo tedesco, è dichiarato già nelle prime note del tema della Fuga sul nome B.A.C.H. (op. 60 n.3) Schumann.
In Germania le note musicali corrispondono alle lettere dell‘alfabeto, così B = si bemolle, A = la, C = do, H = si naturale. In questo caso, le quattro note assumono la funzione di un motivo che viene scambiato costantemente tra le quattro voci che compongono il brano in un andamento lento e meditativo. Più nascosta tra le righe e vagante come un fantasma, invece è la presenza di Bach nella seconda Fuga sul nome B.A.C.H. (op. 60 n.5) in programma. Le quattro note del tema vengono mascherate per creare una danza molto vivace.
La tradizione organistica risalente a Bach (impiego della Fuga) e il temperamento romantico (armonie e melodie che esprimono sentimenti interiori e soggettivi) sono abilmente integrati nella Sonata n.4 di Mendelssohn. Lo spirito intimo e religioso del secondo e la romantica cantabilità del terzo movimento fanno da contraltare al vivace e all’esplosiva fuga del primo e quarto movimento.
Costruita sul corale Vater unser im Himmelreich (Padre nostro nei cieli), la Sonata n.6 è la più conosciuta. Dopo l’esposizione del canto, ininterrottamente si susseguono delle variazioni che ripresentano di volta in volta la melodia del corale rivestita di nuova luce. L’Andante-Finale, piano e dolce, è una pagina intima e contemplativa.
I due preludi-corali di Bach, Vater unser im Himmelreich (sulla stessa melodia usata da Mendelssohn) e Dies sind die heil’gen zehn Gebot (Questi sono i dieci santi comandamenti) testimoniano la grande capacità e profondità dell’autore nell’elaborare le melodie sacre.